domenica, giugno 25, 2006

paroliamo

Qual è il potere delle parole? Perché possono farti star malissimo o, al contrario, portarti in estasi? Cosa fa differire un "ti amo" da "questa storia prima o poi finirà"? Solo un fattore numerico, di combinazioni alfabetiche possibili o c'è altro? Quest'altro è in noi o fuori di noi? Sono sensazioni o stati d'animo a cui noi con difficoltà vi cerchiamo giustificazioni di facciata, così da non soffrire più di tanto? Appartiene all'uomo il potere di governarsi o è la sofferenza rappresenta l'unico scorcio di umanità nel grande sogno di Dio in cui noi viviamo ignari?
Se il mondo è parola parliamo onesti e semplicemente chiediamo alla grammatica della vita di risparmiarci la sofferenza dell'errore

lunedì, giugno 19, 2006

Senza tempo

La parte di te che è senza tempo è consapevole dell'atemporalità della vita, e sa che lo ieri non è altro che il ricordo dell'oggi e che il domani ne è il sogno.
K. Gibran

martedì, giugno 06, 2006

memento

...meno male che c'è qualcuno che canta
e la tristezza ce la fa passare
sennò la nostra vita sarebbe come una carretta in mezzo al mare
dove tra la ragazza e la miniera apparentemente non c'è confine,
dove la vita è un lavoro a cottimo e il cuore
un cespuglio di spine.

Francesco De Gregori