domenica, dicembre 24, 2006

...siamo tutti più buoni!

"E il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi"
Che questo Santo Natale possa portare a tutti voi serenità nella vita, pace nel cuore e tonellate di gioia da condividere in questa magica notte con chi amate.
Auguri :-)

sabato, novembre 11, 2006

Vivo ma vegeto

A volte la vita è talmente bella ma così dannatamente impegnata, tra il serio e il faceto, che raramente si ha consapevolezza dell'unica condizione, necessaria e sufficiente, della vita stessa: l'esistenza. Poche volte infatti ci si accorge di essere realmente essenti-vivi, padroni della propria vita nella misura in cui ci è stata donata e possessori, a maggior ragione, di una libertà ancora più responsabilzzante. Poche volte, dicevo, perché è abitudine (in cui sono solito calarmi abitualmente) vegetare, spendere il proprio tempo in altre attività dispendiose di energie vitali ma il cui frutto è ben lontano dal riempire di soddisfazioni la vita.
È bello invece far sì che la luce del sole sia lo stimolo della nostra coscienza, per sentirsi meno vegeti ma sicuramente più vivi.

venerdì, novembre 10, 2006

L'irrazionale

Era pratica diffusa, principalmente nel corso del XVII secolo (come il buon Manzoni ci racconta), preservare la pubblica salute dal rischio di contagio di malattie epidemiche additando talune persone con l'accusa di portare il bacillo infetto.
Spesse volte però, tale pratica risultava assai pregiudiziale e venivano così inquisite, quando non linciate, persone totalmente innocenti che pagavano molto aspramente piccoli atteggiamenti equivocati largamente.
La paura dell'untore, infatti, si poggia solo ed esclusivamente su una paura irrazionale, tolta da ogni criterio di logica inerente ad un serio processo o una accurata ricerca della verità, mischiata ad un'antropologica base istintuale di sopravvivenza e ad un vizio psicotico di proiettare verso altri le proprie insicurezze.


Perché vi dico questo, vi starete chiedendo ...forse...
Tralascio i dettagli per questioni di privacy, ma vi dico solamente che l'essersi visti equivocare, da persone non presenti e allo sconosciuto di gran parte della presente questione, comportamenti e o gesti compiuti in aggiunta ad una più generale de-qualificazione del proprio lavoro compiuto con dedizione, efficacia e competenza fa male, molto male. Sicuramente porta a riflettere su se stessi, cercando un fondamento di verità in quelle strane accuse, fondamento che regolarmente è impossibile a trovarsi perché non sussiste; poi si ragiona sui proprio comportamenti, minando alla base ogni intenzione pedagogica che vi è alla base avendo quindi la tentazione di sfociare nel più becero lassismo, nel gattopardiano "non cambiare nulla" tipico di una sciatta e squallida mentalità italiana fino a che uno non ci sta; infine si reagisce, come in parte sto facendo anche ora.
Non vi è stata persona che, agendo in buona fede e animato dai più alti intenti, non si sia visto ostacolare il proprio cammino da benpensanti pieni di complessi che altro non hanno da fare se non rovinare la serenità altrui: esempi concreti e alti si trovano pensando a Socrate, a Gesù e ai profeti di pace contemporanei. Nel piccolo ci siamo noi, popolo sconosciuto che vive all'ombra di se stessi così da proseguire nel proprio sincero e qualificato anonimato ma contribuendo sempre al bene degli altri.
La paura dell'untore, l'irrazionale, ha avuto un primo, parziale effetto: quello di farmi star male, quasi sull'orlo del pianto per ciò che mai avrei potuto solo minimamente pensare di fare. Però non è riuscito nell'intento di vincere neppure una battaglia, figurarsi la guerra.
La guerrà, se servirà, sarò io a condurla con le armi della razionalità e, all'occorrenza, della legalità.
Perché l'untore non abita da queste parti, sia chiaro.

venerdì, ottobre 27, 2006

Eppur si muove...

Questa sera avevo voglia di rompere lo strano tabù che mi ero implicitamente prefissato nella mente, quello di non scrivere neppure una riga di questo blog.
Non certo perché volessi far morire uno spazio di cui io, nella versione del sito precedente, ne ero stato un precursore (se vi ricordate le news) quanto per accidia che ultimamente, e in molti ambiti, sta invadendo le mie sfere vitali fino a rendermi attore di me stesso in una recita che però non mi vede figurare come protagonista della mia vita.
Tutto questo deve avere uno stop e il segnale rosso riguardo questo blog è stato esposto questa sera. Speriamo ovviamente che sia così.

Risale a giugno l'ultimo mio post, serio quanto non mai. Si parlava di parole che plasmavano la nostra vita, parole talvolta dure che fanno soffrire, parole di cui il nostro mondo non ne può fare a meno e nelle quali la sofferenza è conditio sine qua non di esistenza.
Non cambierei una sola virgola di quel post che sento ancora mio, come ancora mia è la preghiera finale sull'alienazione dal mondo della sofferenza pur chiedendo a gran voce di essere accolto dal mondo della vita. Riflessioni che faccio ora, quando vedo intorno a me un mondo che cresce e fa della promessa la sua responsabilità. Al momento io mi siedo in disparte, forse nel classico angolo, a guardarlo pieno di ammirazione consapevole della mia inettitudine e della mia mancanza della voglia di crescere.
Sarà che ho vissuto molto tempo come un più grande tra gli altri (o almeno così io mi ci son sempre sentito), tra impegni e responsabilità, orari stretti e la gran parte delle amicizie mai sbocciate appieno; ora corro il rischio opposto, di risultare patetico come più giovane tra gli adulti, ormai miei coetanei.
Questo però mi fa male e sarà complesso uscirne fuori, a testa alta.

Dolori di vita a parte, nel grande periodo di assenza ho fatto molte cose.
Partirei con le magnifiche (quanto dispendiose, dannazione) vacanze, come campioni del mondo, ovviamente. Non voglio però tediarvi con i soliti miei banali racconti quanto far vedere in forma iconica quanto mi son divertito. Collegatevi dunque su questa pagina che è il mio album virtuale e deliziatevi di mare, festeggiamenti, chiese e tramonti, aquiloni e moschee, rivivendo insieme a me mesi di straordinaria spensieratezza.
Soffrite altresì insieme a me al pensiero settembrino di ritorno al lavoro, con la sempre piacevole conferma della scuola elementare, nel mio insegnamento d'informatica, e la nuova sorpresa di un 5° tutto mio, nella scuola dove in questi due anni ho svolto come prof. gli esami di stato.
Certo, una signora e una ragazza non possono definirsi classe... ma aspetto fiducioso qualche nuovo ingresso!

Molto altro ci sarebbe da dire, ma come primo post dopo mesi di astinenza può bastare, confidando che il prossimo di questi miei articoli giungerà tra poco.

Un saluto e, infine, un favore: chiunque passi di qua, dall'amico, alla ex, al turista, allo sconosciuto di turno o al tecnico di blogger.... LASCIATEMI UN COMMENTO, ve ne prego!

Ciaooooooo

domenica, giugno 25, 2006

paroliamo

Qual è il potere delle parole? Perché possono farti star malissimo o, al contrario, portarti in estasi? Cosa fa differire un "ti amo" da "questa storia prima o poi finirà"? Solo un fattore numerico, di combinazioni alfabetiche possibili o c'è altro? Quest'altro è in noi o fuori di noi? Sono sensazioni o stati d'animo a cui noi con difficoltà vi cerchiamo giustificazioni di facciata, così da non soffrire più di tanto? Appartiene all'uomo il potere di governarsi o è la sofferenza rappresenta l'unico scorcio di umanità nel grande sogno di Dio in cui noi viviamo ignari?
Se il mondo è parola parliamo onesti e semplicemente chiediamo alla grammatica della vita di risparmiarci la sofferenza dell'errore

lunedì, giugno 19, 2006

Senza tempo

La parte di te che è senza tempo è consapevole dell'atemporalità della vita, e sa che lo ieri non è altro che il ricordo dell'oggi e che il domani ne è il sogno.
K. Gibran

martedì, giugno 06, 2006

memento

...meno male che c'è qualcuno che canta
e la tristezza ce la fa passare
sennò la nostra vita sarebbe come una carretta in mezzo al mare
dove tra la ragazza e la miniera apparentemente non c'è confine,
dove la vita è un lavoro a cottimo e il cuore
un cespuglio di spine.

Francesco De Gregori

venerdì, maggio 26, 2006

Un passo avanti targato M$

Posso immaginare che non ci crederà nessuno a quanto sto per dire. Non ci crederanno, intendo, chi da tempo continua a sentirmi ossessivamente parlare di Open Source, Open Document, Open Office e crociate anti zio Bill.

Non è che stia rimangiandomi le parole, ovviamente; solo che debbo accettare che la versione in Beta Testing (a cui ho avuto il permesso di accedere gratuitamente e non so ancora come...) di Office 2007 è realmente strabiliante.

La grafica è stata interamente ricreata secondo intuitive scelte che mirano alla velocità e al piacere della composizone, pur senza venir meno alla pienezza di contenuti che in genere in casa Microsoft non fanno mancare; inoltre, alcune funzioni sono state riprese dai loro concorrenti open source come il "Publish to PDF" (comodissimo e finalmente implementato) oppure la possibilità di postare, come io sto facendo ora, direttamente su diverse piattaforme blog.

Certo, una riflessione nasce però e tutta mirata ai prodotti open.

Possibile che non si voglia osare anche nel progettare esteticamente e funzionalmente prodotti di qualità?

L'ultimo tentativo che ricordo, tentativo per altro riuscitissimo, è quello di Mozilla Firefox che il povero browser alternativo (questo sì), Internet Explorer, ha solo potuto copiare nella versione 7.

Con Office 2007 temo si dovrà fare il contrario. Sarà Open Office, e con lei la Sun di Java, a dover dare una seria spolverata alla sua grafica rendendola più consona a quegli standard grafici, fluidi e tutti web2.0 oriented, che oramai non sono più innovazione ma realtà.

venerdì, maggio 19, 2006

Vai Forrest, corri!

Vai Forrest, corri!
Continuavo a ripetermelo mentre lasciavo l'ombra dei miei passi sempre alle spalle.
Vai Forrest, corri!
Col sole che mi sorrideva a 32 gradi, incredulo, curioso e ironicamente fastidioso mentre mi tiravo su le maniche e sbottonavo la mia camicia.
Vai Forrest, corri!
Anche se solo per cinque minuti, cerca di arrivare prima del cambio dell'ora così da mettere una firma sul registro dei tuoi imperativi categorici.
Vai Forrest, corri!
E cammino senza badare a niente tranne i posti nuovi che incontro, le vie a cui non sapevo dare un luogo e a luoghi che non possedevano vie.
Vai Forrest, corri!
Anche ora che sembri arrivato, con il sole che ti ha macchiato di sudore il viso e il cuore ancora a chiedersi dei sorrisi regalati e dell'amore venduto, anche ora continua a correre perché non saranno i dieci kilometri di oggi né quelli di domani a farti giungere alla scuola della vita dove la penna con cui firmerai il registro è ancora chiusa.
Vai Forrest, corri!

giovedì, maggio 11, 2006

La scuola dei professori

...e non degli alunni.
Dopo ore di preparazione della lezione odierna mi trovo una classe vuota. Forse dovrei esultare, visto le 4 ore di spiegazione che mi si presentavano prossime ma in fondo sono rammaricato. Queste scuole, diplomifici come sarebbe più giusto chiamarli, sono il contrario di una seria intenzionalità didattica. Sia ben chiaro che non sto sputando nel piatto in cui mangio, quanto riflettendo su una situazione che vuoi per questioni politiche, vuoi per lassismo ministeriale, si è delineata. La situazione vede, per l'appunto, un piano intero di scuola con 4 professori e, se non erro, un ragazzetto che parla dello scandalo arbitri. Può essere invocata la questione didattica in questi contesti? I precettori che la storia della pedagogia ricorda sono diventati i centri studi o chi fa ripetizioni e non certo l'istituzione scolastica, che in virtù di un certificato di parificazione statale, è così propriamente detta. Consoliamoci con l'idea, utopica al momento, di una classe piena di giovani ai quali, dai primi momenti, si possa trasmettere l'herbartiano interesse e la kantiana autonomia morale al proprio futuro...

sabato, aprile 22, 2006

Scaricare musica, legalmente

Sì, avete capito bene! Ovviamente non sto dicendo di farlo gratuitamente. Quello si è illegale sebbene, come dire, nessuno di può definire esente dall'averlo fatto.
Quello che sto dicendo è che si può scaricare, legalmente e a basso costo musica da internet, anche gli ultimi album che stanno per uscire. ITunes? Noooooo! 0.99?? Noooooo! E allora?
Il sito in questione, ne avete avuto una bella premessa col banner in alto, si chiama appunto allofmp3.com e consente di scaricare a prezzi irrisori, circa 0.30$ (dollari, non euro) a Mb. In pratica con 1.60$ ti scarichi un album intero nel formato che più ti piace: Mp3 (abr, vbr, cbr), Mpc e anche formati lossless!
Per questioni russe, il server è ospitato proprio nel paese di Putin, non si pagano molte royalties agli autori in questioni, solo poche cose a tutto beneficio della cultura musicale.
Ovviamente la RIAA e quant'altro lo stanno combattendo facendo pressioni sul governo russo. Ma fino a che rimane online ed essendo ad oggi legale approfittiamone!

Ciaoooo

venerdì, aprile 21, 2006

Politica. Punto e basta.

Pantofole calzate, boccale riempito e pigiama indossato. Tutto è pronto perché mi accinga a scrivere qualcosa, di nuovo, sul blog. Volevo parlare di qualcosa di più frivolo ma una bella intervista che sto sentendo, Veltroni da Mentana a Matrix, mi ispira altro e quell'altro si chiama Politica, con la P maiuscola.
Cosa è successo e cosa sta succedendo in questi giorni?
È successo che al termine di questa campagna elettorale abbiamo perso la calma e il raziocinio un po' tutti. Anche io debbo dire, di fronte alle famose dichiarazioni dell'ex presidente del consiglio, tale cav. sua emittenza Silvio Berlusconi che palesavano una delle più evidenti mancanze di rispetto istituzionali e per il popolo italiano che storia di repubblica ricordi, ho perso la testa, come molti, orgoglioni ops... orgogliosi di essere in una reale democrazia e di votare all'opposto di sua bassezza.
Questa però non è politica; per dirla alla Heidegger è chiacchiericcio politico.
Cosa è rimasto allora della politica dopo le offese, l'orrendo pareggio elettorale, la mancanza di riconoscimento di una vittoria, seppur risicata, i primi imbarazzanti conflitti che nascono all'interno del centro sinistra e i continui richiami di Ciampi, al termine del suo prestigioso (con qualche macchia) settennato presidenziale?
Ben poco verrebbe da dire, se non le consuete promesse. Il buon Beppe Grillo continua a invitare a pedalare il buon Prodi al quale siamo tutti pronti a porgergli volentieri una spinta per andare più veloce e più forte. Dipenderà dalla squadra e dal loro gioco. Se il gioco di squadra del centro sinistra sarà leale e solidale ci aspetteranno belle cose nel futuro, belle e produttive. Al contrario, se la sinistra giocherà sporco al suo interno non perderanno solo l'attuale possibilità di governare: perderanno per molto tempo il rispetto e l'ottimismo che gli elettori, già realmente provati, smetteranno di rivolgere alla politica istituzionale. Se la sinistra fallisse prepariamoci ad avere serie percentuali di astensione nelle prossime elezioni anticipate.
Del presente ne abbiamo parlato. Del futuro che diciamo?
Il programma dell'unione, per quanto lungo è un po' ingarbugliato. A forza di compromessi si perde di vista la semplicità e la chiarezza dei diversi obiettivi finali.
Provo dunque a stilare una lista di desideri, di questioni politico-sociali che andrebbero sciolte, sviluppate e proposte.

  • Risorse energetiche: Vorrei l'energia solare, l'eolica e quella per bio-masse. Vorrei finanziata la ricerca per l'auto ad idrogeno. Vorrei dipendere pochissimo dai paesi produttori o esporatori di gas piuttosto che petrolio.

  • Questioni fiscali: Tutti vorremmo non pagare tasse o pagarle sempre meno. Non è però possibile né bisognerebbe farsi illudere da stupidaggini elettorali. Le tasse per essere giuste debbono essere pagare in proporzione ma da tutti.

  • Politiche scolastiche: La riforma Moratti è totalmente da cestinare. Implica cose sbagliate e dirige la scuola verso un punto di non ritorno. Nessuno può imporre ad un bambino (ragazzo) di 12 anni di sciegliersi il proprio futuro e nessuna istituzione può permettersi di reintegrare una pura formazione tecnica-aziendale a discapito di quella culturale fino all'età dell'obbligo. La piccola esperienza nella scuola primaria che sto facendo mi fa dire come vi sia molta più burocrazia e controllo rispetto alla creatività e alla spontaneità dell'insegnamento. Il mito delle tre i è crollato. Oramai tutto è liceo, ma con filosofia insegnata nel biennio da docenti di italiano (che c'azzecca?, direbbe Di Pietro) con ore ridotte e programmi dilatati e visione della docenza come puro esercizio alienante di un meccanismo aziendale che ruota (o dovrebbe farlo) tutto a perfezione. Aberrante. Senza includere i meccanismi di reclutamento dei docenti che, seppur corretti da un punto di vista formale, risultato di gran lunga inapplicabili allo stato attuale delle cose.
    La scuola dovrebbe rimodellarsi meglio verso le sfere evolutive dei ragazzi, reintegrando la bocciatura e l'esame di passaggio. L'obbligo fino a 18 anni deve essere mantenuto ma nel rispetto della persona e del suo percorso culturale. La scuola e il ministero deve tornare ad avere la dizione di pubblica. Non vi deve essere il gap generazionale tra docente e allievo. Gli insegnanti con più esperienza potrebbero essere d'aiuto e di supervisione ai giovani, entrambi con un giusto e ridotto compenso per non gravare sull'istituzione scolastica. A tutto beneficio dei ragazzi e della professionalità e coerenza dei programmi proposti.

  • Riforme tecnologiche: Cito, dal blog di Paolo Attivissimo il suo programma a riguardo, con il quale concordo.


Molto ancora bisognerebbe parlare di programmi, ma come primo post dopo molta latitanza penso possa bastare.
Torniamo alla politica e in questo post, distratto dall'affascinante e politicamente impeccabile bel parlare di Walter Veltroni (a cui va tutto il mio affetto, stima e voto), ho voluto indicare questo.
Basta insultare.
Ora è il tempo di confidare che la politica torni a parlare il linguaggio degli elettori.

A presto, gentaglia!

Per un dare un senso a questo blog...

...bisogna scrivere nuove cose, aggiornarlo più spesso e altro...vero?
Bene, è ora di darsi una mossa quindi... e lo farò a breve con due-tre post. Datemi almeno il tempo di prendermi una birra, di mettermi in ciabatte e, forse, il pigiama e si inizia, di nuovo! 2 Thumbs Up

mercoledì, aprile 05, 2006

Sondaggio

La sinistra vince con il 66.6%. I coglioni sono il doppio delle teste di cazzo!

martedì, aprile 04, 2006

Chi sono io?


Perché non stamparla e indossarla alle elezioni?

mercoledì, marzo 22, 2006

E tu dove sei?

Elezioni 2006. Io sono qui. E tu dove sei?Spiego il titolo...
Un mio carissimo amico mi ha consigliato la visione del seguente sito: http://bweb.voisietequi.it/.
Trattasi di un sito dove sono presenti delle domande sull'orientamento politico che ci possono aiutare a prendere una decisione su quale compagine politica scegliere e votare.
Attenzione, prendiamo con le molle questo tipo di servizio anche se può riservare piacevoli sorprese.

Riguardo me... sono uscito molto vicino alla Rosa nel Pugno... ora.. i radicali mi stanno sulle palle, soprattutto quest'ultima generazione. Preferisco orientarmi verso le seconde e terze vicinanze :P
Per avere cmq un quadro completo delle mie preferenze, sempre che vi interessi, cliccate sull'apposito banner posizionato in alto a sx di questo articolo e alla destra del mio blog.

Ciao e, mi raccomando per il voto, altri 5 anni di Berluska non ce li possiamo permettere.

martedì, marzo 14, 2006

Scandaloso

Vi chiedo, per favore, di leggere con estrema attenzione questo post del sempre ottimo Beppe Grillo, dal titolo Bondi-Superciuk.
È scandaloso come si possa solo permettere ad individui come questo di avere una qualsiasi funzione pubblica.
Andate a casa, per favore, e lasciate il paese nella vera libertà.

Risate faccia a faccia


Doveva arrivare questo giorno, dies illa come diceva Tommaso da Celano nel suo dies irae.
Ecco quindi Berlusconi e Prodi fronteggiarsi in un sobrio studio, molto piacevole come sceneggiatura e tecnologico nelle interfacce video.
Il premier (attuale e, spero, non futuro) sfora subito i tempi, si dimostra nervoso e già dal terzo intervento inizia a elencare tutti i fantasmi dei governi precedenti.
È un berlusconi molto debole, altamente attaccato ai numeri, contraddittorio, offensivo nei confronti del suo interlocutore e delle donne italiane, relegate nel suo stereotipo maschile come brave casalinghe e quindi da non impegnare nel mondo politico. Attacca continuamente il prof. Prodi (sig. Prodi all'inizio) accusandolo di falsità... ovviamente né dimostrabili né esistenti de facto.
Prodi dal canto suo si dimostra calmo e preparato. Sfugge talvolta a questioni pratiche in senso stretto ma argomenta, ironizza verso il premier e mantiene salde le regole a tavola, compreso il rispetto reciproco che legge scritta non è.
Mimum è poco efficace e non blocca seriamente chi sfora (Berlusconi).

Piccolo discorso a parte meritano i due giornalisti. Il direttore de Il Messaggero, Napolitano, appare calmo, competente e domanda su questioni serie con l'abilità propria di un valido giornalista. Sorgi, al contrario, appare impacciato, quasi imbarazzato. Editorialista de Il Giornale, non si dimostra all'altezza del suo compito.

Rispetto di una rappresentanza elettorale e concertazione, anche tra le diverse legislature, sono le tematiche forti di Prodi che condisce i propri discorsi con riferimenti di dialogo per la TAV e di rottura ma non di abrogazione per la riforma Moratti. Pregevole la sua enfasi sul ridare motivazione e valore sociale agli insegnanti. Vorrei vedere attuato questo auspicio.
Rancore, mancanza di rispetto per i tempi, conati di numeri che vengono vomitati in ogni dove, pericolo comunista: la retorica berlusconiana di manifesta continuamente anche nei pochi secondi di discorso a lui concessi.

Noioso come pochi altri ma, presumo, a vantaggio di Prodi, questo dibattito si avvicina alla sua agognata conlusione.
Buona e piacevolmente curiosa la domanda di Sorgi. Se l'America bombardasse l'Iran verrebbero date le basi all'amico Bush? Berlusconi annaspa prima di iniziare paventando un misunderstanding e conlude rispondendo che l'Iran non arriverebbe a tanto. Prodi si compre le spalle mettendo avanti l'ONU a qualsiasi scelta unilaterale del suo governo auspicando anche lui la ragionevolezza dell'Iran.

Parentesi psicologica.
Berlusconi utilizza un rinforzo meta verbale che consiste nel massiccio uso della sua penna con la quale disegna quadrati, barre e pone numeri sui pochi fogli bianchi a disposizione. Ogni volta che la sinistra viene nominata, il comportamento è di scrivere dei messaggi, metterli in quadrato e barrarli. Efficace a livello subliminare per chi ingenuamente si affaccia alla televisione.

Conlusioni finali:
Berlusconi: Colpa delle forti regole se lui non ha potuto spiegare per bene il suo programma. Colpa delle regole e delle leggi bavaglio sul Centro Sinistra.
Il 9 Aprile la scelta, a suo avviso, sarà tra due ruoli diversi sullo stato e sulla società. La CdL è per lo stato leggero, a basso costo senza mettere le amni sui cittadini. A sinistra, la riverniciata sinistra è statalista nell'osso, arretrata nella mentalità e colpevole di avere personaggi vecchi. Nella sinistra vi è pure clientelismo.
Povero bambino, non ha potuto finire in 3 minuti di dire qualcosa sul futuro.
Prodi: Messaggio ai giovani sulla giustizia e l'equità. Tutti mobilitati e coinvolti per scuola, lavoro e precariato; per legilazioni e governi basati sulla solidarietà e in ottica del futuro; Si parla nuovamente della giustizia distributiva e della difesa dei più deboli; critiche alla pesantezza dello stato causata dalla CdL; nuovo messaggio ai giovani, apprezzabile.
Il messaggio è: un'Italia nuova.

Concludo dicendo che Prodi mi è piaciuto. Talvolta leggero e impreciso ma convincente, molto positivo e decisivo.

Consiglio per il prossimo incontro: basta numeri, parlate di cose che alla gente interessano veramente come la scuola, solo citata, la famiglia, stereotipata, e il lavoro, solamentente maltrattato e usato a baratto elettorale.

venerdì, marzo 03, 2006

L'antidoto giusto

Ecco scoperto l'antidoto per l'influenza aviaria. Forti certe lo danno in sempre più crescente sperimentazione.
Ora si studia qualcosa di simile per i gatti, ma non ci sono sufficienti fondi.

sabato, febbraio 25, 2006

Sci-volando

Che peccato, veramente.
Forza Giorgio, la tua prova è stata comunque grande e non vedo l'ora di rivederti in pista!

venerdì, febbraio 24, 2006

Free Wor(l)d


Spesso può spaventare l'idea, anche solo nominale, della scrittura creativa e collaborativa.
Spesso, dicevo. Talvolta è proprio la tecnologia tanto vituperata e depauperata a semplice strumento ad esserci d'aiuto.
Sto parlando di un nuovo sistema di scrittura che può avere ottime implicazionni educative e, sopratutto, didattiche.
Writely ci consente di entrare dentro il web2.0 dalla porta principale per coglierne subito una funzione eccezionale, la collaborazione per l'incremento della conoscenza collettiva e quindi condivisa.
Ognuno può creare documenti, modificarli, salvarli anche in OpenOffice Document e, meraviglia delle meraviglie, consentire a una lista imprecisata di persone di poterli modificare.
Il mio primo pensiero è stato, neppure a dirlo, alla scuola e alla sua applicazione in questo ambiente. Applicazione che andrebbe incoraggiata e supportata sempre più di più, a mio avviso, insieme a quella consapevolezza di essere sul web, consapevolmente o no, tutti.

Bhè, è tardi e sto sparando troppe cazzate, come sempre :P

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PS
Evitate al momento, se fate documenti colorati o altro con writely di postarli sul vostro blog. Io ci ho provato ed è stato un disastro!
Anche le tecnologie debbono crescere ;)

giovedì, febbraio 23, 2006

quaestio

....se è sufficiente un desiderio, riuscire a farlo vivere e poi lasciarsi andare...

Acustimantico - Cose da fare

sabato, febbraio 18, 2006

Clyposos tra noi

Ormai sono già due giorni che maneggio questo cd portandolo sia come reliquia in visita alle genti che ascoltandolo, cum grano salis, col mio pc.
Bello, debbo dire. Il giudizio al momento si attesta su un buon 7 e 1/2.
Più avanti, in un prossimo post, passerò in rassegna le singole canzoni. Ora mi piace apprezzare un ritorno a sonorità diverse da quelle che ci aveva abituato negli ultimi album e solo preannuciato in qualche perla di "Pezzi". Molte armonie sembrano ripescate dagli indimenticabili lavori anni '80 e molte altre prese in prestito un po' ovunque.
Complessivamente mi sembra un buon lavoro. Corto, certo, così come minimale appare il progetto grafico di presentazione di questo prodotto. Anche questo, però, rende affascinante Calypsos, facendo concentrare noi ascoltatori solamente sul contenuto del cd e sui suoi sempre incredibili testi, che molto, e in fondo in fondo nulla, vogliono dire ma che tanto ci fanno sognare.

giovedì, febbraio 16, 2006

Calypsos, cattura anche me

Nuovo album di De GregoriInutile negarlo, ore trepidanti di attesa per l'uscita dell'ultimo album di Francesco De Gregori.
Uscita prevista domattina...proprio quando avrò due ore di supplenza, dannazione! Vabbè, spero di trovare qualche copia :)

Cardiologia, singolo uscito in questi giorni mi è piaciuto molto. Sonorità un po' scoppiazzate (Mannoia - Il cuoco di Salò e lui stesso anni '80) ma sicuramente di effetto. Mi è capitato inoltre di leggere alcuni suoi testi sul forum del Rimmel Club e ne sono rimasto piacevolmente colpito, soprattutto dal testo di Mayday.

Bhè, detto questo... a domattina per commenti e nel frattempo di straconsiglio la lettura di un altro blog, quello de il Barbagianni, al momento un faro per le notizie degregorianeggianti.

Ciao!

venerdì, gennaio 27, 2006

Per non dimenticare...

Utilizzo una forma retorica per introdurre il post odierno. Per non dimenticare, l'unica strategia possibile da attuare è il ricordare.
Ricordare, ovvero rinnovare dentro noi stessi, costantemente, ciò che è successo affinché non avvenga più.
Ricoeur, nell'interpretazione di testi di Platone e Aristotele, struttura la memoria attraverso due concetti cardine: l'impronta (tupos) e l'immagine (eikon). Il primo di questi concetti richiama l'incidenza biologica della causa efficiente; il secondo, il ricordo, la rappresentazione mentale dell'accaduto.
Cosa abbiamo noi, come impronta biologica, di Auschwitz ? Notizie, informazioni giunte al nostro orecchio. Solamente questo poiché, fortunatamente, non siamo stati la generazione che ha vissuto e che è morta in quei campi di concentramento.
Come giustificare, allora, in noi l'impronta aristotelica per cui la memoria diviene atto del ricordare?
Non compio giri di parole, arrivando subito al dunque: attraverso l'azione delle tecnologie di massa.
Queste, infatti, hanno un compito morale ben preciso. Quello di ripresentare, senza ostacoli, cesure o emozioni implicite, il dato di fatto, così come documentato allora.
Fortuna volle che alcuni operatori cinematografici entrarono prima dell'esercito nella prigionia di Aushwitz, facendo vedere al mondo ciò che l'uomo era stato capace di fare. L'uomo si sentì annichilito, sconfitto nella sua umanità, pieno di collera e di sdegno, vomitando e stracciandosi le vesti.
Oggi noi abbiamo quei filmati, quelle foto, che fanno ancora male. Abbiamo ancora, in pochi casi, persone sopravvissute ai lager; persone pieni di sensi di colpa che sono riuscite a vincere anche il desiderio di terminare la propria vita intenzionalmente. Molti purtroppo, uno di questi è Primo Levi si sono dimostrati più inclini a chiudere i conti col mondo, quel mondo a cui loro, dopo l'esperienza di reclusione, non si sentivano più di appartenere.
Abbiamo, ritornando al tema centrale, la possibilità di rivivere oggi i drammi del passato. Queste, infatti, non sono solo immagini, oggetti in cui ammirare un panorama piuttosto che una bella persona, perché alla sola vista di corpi ridotti a fantasmi e ammassi di cadaveri, noi stiamo male non potendo provare altre emozioni che disgusto e orrore. Questi documenti irrimediabilmente lasciano in noi una traccia indelebile, un tatuaggio marcato a fuoco sul nostro braccio.
Acquisita l'impronta, per completare il dualismo tupos-eikon, deve esservi in noi l'inclinazione a rappresentarci mentalmente il dramma che abbiamo sperimentato, sebbene da semplici spettatori, direttamente sulla nostra pelle.
Ecco il monito del non dimenticare. L'immagine si forma solo se noi abbiamo presente cosa significa genocidio, shoa e se questo significato lo poniamo come significante della nostra vita. Come significante morale perché ciò non avvenga più, come significante educativo perché possiamo trasmettere alle future generazioni la necessità del ricordo.

giovedì, gennaio 26, 2006

notturno

Faccione di Chopin Perché forse è solo un'emozione, un sentimento anzi. La musica è ben altro, invero. Quasi un soffio divino che spinge a muoversi, a rendere conto di se stessi e di ciò che si ha dentro, a piangere e a ridere, a rimanere affascinati e attoniti come a muoversi in una frenetica danza.
Questa volta l'emozione è provenuta dall'ascolto, occasionale in un primo momento, del notturno di Chopin op. 20 in Do# minore, opera postuma. Uno di quei brani forse minori perché poveri di virtuosismi ma che rivelano un'intimità irraggiungibile.
Tale intimità è stata inoltre ampliicata dalla visione de "Il pianista" di Roman Polasnki.
Tale protagonista, pianista polacco realmente esistito con il nome di Wladyslaw Szpilman si trova, dopo mille angoscie legate all'occupazione nazista e al loro pazzo e sistematico sterminio degli ebrei polacchi, a suonare, vivo, in uno studio polacco il notturno di cui ne parlavo poco sopra.
Strana la musica. Chopin sembrava aver scritto quel brano proprio a posteriori dell'esperienza della seconda guerra mondiale. In esso vi è un'angoscia che si libera solo raramente, un basso costante e querulo, dei trilli che scuotono e livi passaggi in maggiore che sembrano ridare speranza.
Quella speranza che al momento è la musica a darci.
Regalo, a conclusione dei miei sproloqui, la possibilità di scaricare l'mp3 del notturno di Chopin, dal peso di 6 mb circa ed eseguito da Maria Pires, bravissima pianista e interprete di musica romantica.

Buon ascolto, ad occhi chiusi e mente che spazia, mi raccomando!

mercoledì, gennaio 25, 2006

A guisa di neo-borocillina C

Saluto tutti, con profondi inchini.
Durante un'interessante (talvolta capita) lezione ssis, nella mia costante distrazione, dispquisivo con una collega riguardo l'annoso problema che riguarda noi scienziati sociali, prestati alla didattica.
La questio è: "Si deve favorire il contenuto o la forma, nell'azione didattica?".
La mia collega sosteneva, in maniera abbastanza sincera e fondata sulla sua esperienza nella scuola primaria, quanto alla fine fosse importante la forma, la presentazione di ciò che si dice.
Difficile darle torto. Per molte ragioni che qui, indegnamente e superficialmente, provo a sviluppare:

  • Troppo contenuto - I ragazzi si trovano a dover gestire un overflow sempre maggiore di informazioni, spesso molto specifiche o tecniche, spesso ancora molto banali ma che fanno massa. Alcuni di loro, nella scuola primaria, arrivano già scolarizzati e abili nella lingua straniera o nell'informatica.
    Il contenuto, inoltre, tende a divenire pesante nella strutturazione del percorso di apprendimento, spesso lasciato alla completa gestione dei ragazzi.

  • Carenza di modularità - Mi riferisco alla classica trattazione cronologica oppure al sequitur pedissequo del libro di testo; non è un male, sia bene inteso, e ancora adesso anche io ho ancora retaggi positivi a riguardo. Dopotutto chi prepara un libro sa bene cosa metterci dentro.
    L'unica obiezione che potrebbe essere addotta riguarda un eccessivo determinismo nella trattazione dei temi lungo la carriera scolastica. Questo potrebbe causare scarsa motivazione e attivazione all'apprendimento.

  • Poca attrattività - I testi e i percorsi molto contenutistici spesso sono pesanti da leggere e digerire, nonché da vedere e studiare. Pieni di testo o, al contrario, colmi di figure e post-it, essi risultano spesso inconciliabili con una minima concentrazione alla lettura. Spesso inoltre, il semplice parlare, veicolo eccelso per la trasmissione dei contenuti, annoia.

  • Conoscenza? - Per portare avanti la conoscenza bisogna, guarda caso, conoscere. Noi neo laureati, abbiamo la pretesa di essere padroni della nostra materia o il sano destrutturalismo che ci è stato trasmesso ci ha resi sempre più consci dell'impossibilità di un sapere organico?


Però, è vero anche che:

  • ...e quindi? - Cosa rimane ai ragazzi di tante belle scenette/immagini/musiche/film/etc... ? Riescono veramente a capire ciò che, con linguaggi non prettamente verbali, vogliamo trasmettere loro? Riescono a superare l'empasse dei media per far attivare il proprio vissuto per finalità di apprendimento?

  • Che bello, che bello, che bello - Un certo eccesso di forma stanca, per tassi troppo alti di estetica. Stucca, per dirla in termini colti e al contempo diviene dipendenza. Serve sempre far di più, più creativo, più esplosivo, più mediatico e più ad effetto. Perché il ripetuto annoia e senza facilitatori, questi poveri ragazzi, come fanno?

  • Ciao, professore - Staccando il cordone ombelicale dell'asimmetria educativa si rischia un eccessivo e biderezionale coinvolgimento eccessivo. Si diviene necessari gli uni l'altro, inscindibili. Ci si scrivono email, ci si sente, ci si vede al di fuori dell'orario scolastico. In caso di trasferimento cosa potrebbe succedere? La classe riuscirebbe a proiettare la motivazione estrinseca di apprendimento verso un altro docente? Forse il cordone ombelicale viene solo sostituito, non reciso


Quindi? Che posizione prendere?
Non ci crederete mai e mi accuserete di ipocrisia, ma io scelgo la posizione centrale.
La famosa terza via, per intenderci. Forma e contenuto sono strettamente necessari.
Il contenuto, a mio avviso, è forse l'aspetto meno attitudinale di questo binomio. Si impara, finché la mente lo permette, anche cose nuove e le si possono padroneggiare anche solo spiegando la lezione o dialogando su tali temi con i ragazzi. Inoltre le capacità e competenze di lettura apprendimento nei professori sono (dovrebbero essere) maggiori che nei ragazzi.
La forma, al contrario, risente di una predisposizione attitudinale quasi innata.
Si sa spiegare, si sa appassionare, si sa entrare in contatto con i ragazzi e si sa distruggere-ricreare percorsi didattici. Competenze queste che possono maturare ma già esistono. Chi non le possiede o, molto peggio, pensa che tanto "basta leggere il libro cinque minuti prima e insieme ai ragazzi" dovrebbe pesarci su prima di entrare nel mondo scuola.
Avete presente la Neo-borocillina C? Gustosa all'esterno, per via dell'aroma all'arancia, ma sempre valida a livello curativo.

Resta solo un piccolo problema da analizzare.
Perché tutto questo accanimento nei confronti della metodologia pedagogica in questi ultimi anni? Noi, con i vecchi metodi, siamo o no sopravvissuti?
Sicuramente sì, bisogna vedere come.
Innanzitutto vi è un forte e sempre crescente aumento dell'analfabetismo di ritorno. Forse ci ricordiamo a memoria qualche verso di una poesia del Manzoni, ma non sapremmo certo ri-scriverla o ri-leggerla.
Poi vi è un calo drammatico di lettori dei quotidiani, segno che le attività culturali scolastiche erano limitate a quel contesto; la scuola, inoltre, non è stata quasi mai formativa in ottica umanista o progressista. Noi siamo ancorati a modelli passati, ad una tradizione pedagogica che forse neppure noi capiamo ma che ci ha formato.

La scuola quindi andava ri-pensata anche allora, come oggi.
Oggi si ha il coraggio e per taluni l'incoscienza, di farlo. L'obiettivo deve essere quello di matrice progressista critico. Progressista perché va rinnovato il futuro; critico perché non bisogna mai smettere di porci i dubbi sulle reali finalità in ottica di apprendimento.

giovedì, gennaio 19, 2006

amadeus.roma.it v2.0

Finalmente ci siamo.
Ormai da più di due anni la mia home page, www.amadeus.roma.it, ha funto da ampio portale dove raggiungere qualche progetto messo in pratica, abbandonato o mai iniziato. La stessa home page, stancamente, ha visto fiorire intorno a lei nuovi modelli e stili di scrittura, rispetto alle tecniche (alcune di esse ormai deprecate) con cui venne elaborata.
Ora invece, cosa diventerà?
Intanto diciamo che è iniziata una nuova fase del mio sito, sempre più a funzione portale. Al momento il guestbook, anche a causa del massiccio spam che ultimamente lo ha investito, è stato disattivato, così come disattivato causa ragnatele spesse come autostrade è stato il progetto RadioAm@deus.
Restano in piedi ovviamente il sito del mio coretto e questo blog così come, in forma privata e dietro password, anche il database di AC del Santo Nome di Maria.

Graficamente, la nuova interfaccia del mio portale appare chiara e luminosa, con un'ampia presenza di alcune foto, con effetto random all'aggiornamento della pagina, da me scattate o che hanno me come protagonista.
Sulla destra vi sono gli innumerevoli modi per contattarmi, se volete e con discrezione, per comunicare con me.
Più in basso vi è un piccolo box dove metterò, penso con il medesimo effetto random, alcune frasi che mi sono a cuore o che reputo importanti.

Cosa occuperà stabilmente il posto del provvisorio coming soon?
Sicuramente una serie di pulsanti, simpatici graficamente, per enumerare i progetti realmente attivi che porterò avanti, più forse qualche chicca. Ma prima di dire cose impegnative ci penso su due volte e quindi taccio per decenza.

Come ultima cosa ho attivato, in ragione del rinnovo del sito, una nuova mail: marco[at]amadeus.roma.it, che controllerò con costanza. Utilizzate anche questo indirizzo per scrivermi, se volete.

Detto ciò, saluti e abbracci, bacio ai pupi e DAJEEEEEEE!!!

mercoledì, gennaio 18, 2006

...

Maledetto 628 ti decidi ad arrivare ché sto morendo dal freddo? Piove pure...

martedì, gennaio 10, 2006

Solo a debito, mai a credito

BallaròFinito Ballarò, ormai isola felice per l'informazione nostrana, torno a scrivere su questo blog tentando di dire la mia su un tema assai impervio e che è estraneo alla mia formazione.
Non entrerò, ovviamente, nel merito delle diverse scalate effettuate da Ricucci, Consorte & co. Sono meccanismi strani, avulsi da logiche di etica comunemente intesa il cui solo fine è un mero profitto individuale; profitto, questo, incomprensibile nella sua gestione.
Ci sono però alcuni aspetti che, da uomo che lavora (in piccola parte), da figlio che vede i propri genitori pagare le tasse, da studente che ha a cuore i modelli istituzionali italiani, da cittadino rispettoso della società in cui vive, da elettore che delega il proprio potere attraverso regolari e democratiche votazioni, non mi vanno giù e che, in qualche misura, mi scandalizzano.
Questi aspetti si muovono compatti da due fronti, quello politico e quello giudiziario.
Parto dal secondo aspetto e nel frattempo mi faccio una birra Beer 2
Ricucci & Co. hanno deliberatamente rubato alle spalle dei singoli correntisti aumentando loro i costi di gestione del conto bancario.
Questa è una cosa gravissima.
Peccato però che, al di là di giuste e, spero, rigorose indagini della magistratura non vi è una forte e bipartisan indignazione. Piuttosto un semplice articolo dove prendere solamente distanze dalla persona indagata appellandosi all'ignoranza delle sue azioni.
Chi ha concesso queste operazioni, nelle diverse responsabilità, dovrebbe meritare il massimo della gogna.
Peccato che di queste cose si parli sempre meno, preferendo commenti politici dalla parte sbagliata.
La magistratura, pur nel rispetto dei diversi gradi di appello, dovrebbe rendere pubblici i nomi di chi beneficiava, godendo di un conto privilegiato, di questi guadagni. Spiccano molti nomi illustri e politici che occupano posti chiave.
Vorrei vederli tutti dimettersi e pagare di tasca loro fino all'ultimo eurocent, grandi bastardi che non sono altro.
Nell'aspetto politico vi sono esempi di vittimismo, lodevole autocritica e accuse massicce e infondate.
La sinistra, riconosceva oggi Paolo Mieli, autorevole giornalista, ha avuto il pregio di fare autocritica delle proprie amicizie. Giusto. Ben venga l'autocritica se ben condotta, come sembrerebbe, dai vertici dei DS.
Ora basta, però. L'autocritica deve essere finalizzata ad una chiarificazione interna al centro sinistra di responsabilità su cui muovere la cosiddetta quaestio morale; non può essere la giugulare offerta ad una destra sempre più ignobile e priva di ogni iniziativa seriamente politica. Purtroppo è proprio questo ad accadere.
Non penso sia stupidità quando eccessiva noncuranza degli uomini di sinistra. La stessa non curanza che ha portato, la scorsa campagna elettorale, a non avere un intelligente peso mediatico dei propri programmi, a tutto vantaggio dell'attuale maggioranza; la stessa noncuranza che, in cinque anni arrabbattati di governo non hanno portato a formulare una legge contro il conflitto d'interessi, per un'istruzione seria e non so quant'altre riforme forse abbozzate ma mai portate a termine.
La destra, come sempre e in maniera nettamente più scaltra, infierisce sull'avversario per non essere, giustamente e malamente, accusata di ogni male perpetrato in questi cinque anni e attraverso le amicizie di ritorno, queste sì. Di quelle che si contano sul proprio fondo azionistico.

Provo a concludere questo post, forse lungo e bislacco nella scrittura e nelle idee espresse.
Basta parlare di autocritica della sinistra. Torniamo a parlare di colpe e responsabilità penali. Facciamogliela pagare a quei bastardi che lucrano sul singolo e povero cittadino. Occupiamo le prime pagine dei giornali parlando di questo e basta.
Forse, sono un ragazzo forse ancorato ad una sorta di moralità implicita, che non ha bisogno di leggi scritte che le diano un regolamento.
Parlare di questione etica è doveroso purchè si sentano tutti (soprattutto a destra) moralmente responsabili di dare la risposta più corretta rivolta a quel popolo di elettori, di bastarda razza, che non sa più da che parte stare perché, signora mia, "ovunque si voti è sempre uno schifo".