venerdì, maggio 26, 2006

Un passo avanti targato M$

Posso immaginare che non ci crederà nessuno a quanto sto per dire. Non ci crederanno, intendo, chi da tempo continua a sentirmi ossessivamente parlare di Open Source, Open Document, Open Office e crociate anti zio Bill.

Non è che stia rimangiandomi le parole, ovviamente; solo che debbo accettare che la versione in Beta Testing (a cui ho avuto il permesso di accedere gratuitamente e non so ancora come...) di Office 2007 è realmente strabiliante.

La grafica è stata interamente ricreata secondo intuitive scelte che mirano alla velocità e al piacere della composizone, pur senza venir meno alla pienezza di contenuti che in genere in casa Microsoft non fanno mancare; inoltre, alcune funzioni sono state riprese dai loro concorrenti open source come il "Publish to PDF" (comodissimo e finalmente implementato) oppure la possibilità di postare, come io sto facendo ora, direttamente su diverse piattaforme blog.

Certo, una riflessione nasce però e tutta mirata ai prodotti open.

Possibile che non si voglia osare anche nel progettare esteticamente e funzionalmente prodotti di qualità?

L'ultimo tentativo che ricordo, tentativo per altro riuscitissimo, è quello di Mozilla Firefox che il povero browser alternativo (questo sì), Internet Explorer, ha solo potuto copiare nella versione 7.

Con Office 2007 temo si dovrà fare il contrario. Sarà Open Office, e con lei la Sun di Java, a dover dare una seria spolverata alla sua grafica rendendola più consona a quegli standard grafici, fluidi e tutti web2.0 oriented, che oramai non sono più innovazione ma realtà.

venerdì, maggio 19, 2006

Vai Forrest, corri!

Vai Forrest, corri!
Continuavo a ripetermelo mentre lasciavo l'ombra dei miei passi sempre alle spalle.
Vai Forrest, corri!
Col sole che mi sorrideva a 32 gradi, incredulo, curioso e ironicamente fastidioso mentre mi tiravo su le maniche e sbottonavo la mia camicia.
Vai Forrest, corri!
Anche se solo per cinque minuti, cerca di arrivare prima del cambio dell'ora così da mettere una firma sul registro dei tuoi imperativi categorici.
Vai Forrest, corri!
E cammino senza badare a niente tranne i posti nuovi che incontro, le vie a cui non sapevo dare un luogo e a luoghi che non possedevano vie.
Vai Forrest, corri!
Anche ora che sembri arrivato, con il sole che ti ha macchiato di sudore il viso e il cuore ancora a chiedersi dei sorrisi regalati e dell'amore venduto, anche ora continua a correre perché non saranno i dieci kilometri di oggi né quelli di domani a farti giungere alla scuola della vita dove la penna con cui firmerai il registro è ancora chiusa.
Vai Forrest, corri!

giovedì, maggio 11, 2006

La scuola dei professori

...e non degli alunni.
Dopo ore di preparazione della lezione odierna mi trovo una classe vuota. Forse dovrei esultare, visto le 4 ore di spiegazione che mi si presentavano prossime ma in fondo sono rammaricato. Queste scuole, diplomifici come sarebbe più giusto chiamarli, sono il contrario di una seria intenzionalità didattica. Sia ben chiaro che non sto sputando nel piatto in cui mangio, quanto riflettendo su una situazione che vuoi per questioni politiche, vuoi per lassismo ministeriale, si è delineata. La situazione vede, per l'appunto, un piano intero di scuola con 4 professori e, se non erro, un ragazzetto che parla dello scandalo arbitri. Può essere invocata la questione didattica in questi contesti? I precettori che la storia della pedagogia ricorda sono diventati i centri studi o chi fa ripetizioni e non certo l'istituzione scolastica, che in virtù di un certificato di parificazione statale, è così propriamente detta. Consoliamoci con l'idea, utopica al momento, di una classe piena di giovani ai quali, dai primi momenti, si possa trasmettere l'herbartiano interesse e la kantiana autonomia morale al proprio futuro...