giovedì, novembre 29, 2007

Sono stato nominato!

No, non parteciperò a nessuna edizione del Grande Fratello, tranquilli!

L'esser nominato è proprietà intrinseca di una chiamata giuntami, fresca fresca, stamane dal CSA (già Provveditorato) per una cattedra, in realtà uno spezzone orario, fino al 30 giugno.
Gaudio e tripudio, potete immaginare. La nomina è un traguardo da tutte le persone in graduatoria (i precari della scuola, per intenderci) agognato.

Ora però son capperi amarissimi!

Sarò il nuovo prof di filosofia in un liceo tecnologico di una delle scuole più conosciute a Roma.
Che bello, direte voi! Aiuto, chioso io.
Sì perché mi dovrò fare un mazzo per re-imparare tutto quello che, l'anima dei professori nullafacenti-fancazzisti-menefreghisti-corrotti che mi son trovato davanti, non ho avuto modo di fare durante la mia carriera scolastico-universitaria.
Sia ben chiaro, non mi spaventa il lavoro personale di continuo studio e aggiornamento; resta però difficile e pieno di emozioni ambivalenti quel delicato rapporto con le classi nuove che si andrà ad instaurare nei prossimi giorni e dal quale dipende un parziale successo, o insuccesso, di un professore. Utilizzando una metafora calcistica, diciamo che gioco fuori casa e debbo fare la partita della mia vita (una delle prime partite, è chiaro)!

Detto questo, rimbocchiamoci le maniche, andiamo avanti e, con umiltà, passione, studio e abnegazione, spacchiamo il mondo!

Ad maiora!

mercoledì, novembre 21, 2007

Cosa si pensa di me...

"Ci fa un culo così ma è bravo!"

Son belle soddisfazioni per un prof sentirsi dire queste parole da una studentessa... veramente! :)


PS
  • Chiedo scusa per la mia assenza... ma sto totalmente incapacitato mentalmente da 29 ore di didattica in 3 scuole differenti; spero solo di arrivare a fine mese! Però ci sono... voi commentate pure questo post come chiacchiericcio globale fino a nuovo e (ovviamente) palloso mio contributo
  • Non so se si è notato, ma abbiamo (dico io e voi, ma se voi non commentate gli onori sono tutti miei) raggiunto e superato quota 6000 contatti e ci avviamo come un treno verso quote esageratissimeeeeeee
  • A presto!

Ciao ciao

giovedì, novembre 08, 2007

Scolasticamente pubblica

Era calda la classe con il modesto calorifero che compiva al meglio il suo semplice dovere; il panorama non tradiva nessun giudizio estetico ma contemplava una marmorea vita che apparteneva al grembo del medesimo plesso.
Non ricordavo così tanti banchi in uno spazio altrettanto vasto: troppi anni sono passati e in questi anni si è pian piano modificata la prospettiva con cui filtro l'immensa quiete che mi è intorno.
Un attimo.... quiete? Non mi avevano forse detto che la prima era una classe molto confusionaria?
Stacco il mio spirito estetico e mi volto, finalmente, verso i banchi: vuoti; continuo il mio giro cervicale verso la cattedra: priva di registro! Mi incammino verso il centro smistamento informazioni presente al centro del Terzo Piano, Corridoio Lungo (il banco con due bidelle, NdR) che mi avvisano che la classe era uscita alle 12 e, di conseguenza, non era stata avvisata della presenza del sottoscritto, ad oggi supplente pro minimo tempore nella loro classe.
"Ah beh, iniziamo bene!" penso interdetto e, subito, dopo aver colloquiato con la vice preside, vengo indirizzato, supplente del supplente che alfin realmente supplisce, in un quarto dove, simpaticamente, mi accoglie uno studente della suddetta classe che, appena compreso il mio ruolo e con una pacca sulla spalla si rivolge a me dicendo: "In bocca al lupo"!
"Aridaje" continuo a pensare io!
Fortuna volle (con l'intercessione di Santi vari) che alcuni di loro, ovvero quelli che né sentivano l'I-POD, né giocavano col cellulare, ripassavano filosofia e così, con un discreto savoir-faire (si scrive così?) e qualche azione pedagogico-didattica improvvisata, supero anche questo esame, certo non ultimo!

Pensare poi che la giornata era iniziata con tre, dico 3, ore di buco e che prima che queste si materializzassero in un cappuccino preso in un limitrofo bar con sottofondo di Radio Rock, mi aveva accolto un ancora da correggere ortodonticamente sorriso al grido di: "PROOOOOFFFFFF! Sono la figlia della sua alunna del corso pomeridiano, all'altra scuola!"
Ecco, insegnamento familiare... che forza ragazzi!

Beh, domani assemblea...lunedì elezioni rappresentanti di classe più uscita didattica del terzo.... è questa la scuola pubblica? :D

Ora che ci penso, mi piacerebbe tornare al caldo di quel calorifero ligio al dovere...

sabato, novembre 03, 2007

Benvenuto, figlio di nessuno, in questo paese

Siamo tutti scossi dalla triste vicenda della (come dicono le tv e i giornali) donna seviziata e uccisa nei pressi di Tor di Quinto, periferia a nord di Roma.
Non sono sicuramente i romani a essere impressionati da questo assassinio, soprattutto per la brutalità con cui è stato compiuto.
Da questo blog parte ovviamente un forte abbraccio al marito e ai conoscenti stetti di Giovanna Reggiani.

La discussione però si sposta inevitabilmente sul problema immigrazione/legalità.
Non ho certo le competenze necessarie per intavolare una tavola rotonda a riguardo e di fronte a queste cose, come ad altre (Delitto Cogne e così via), preferisco un giusto distacco nell'esprimere opinioni personali, spesso deviate dal qualunquismo mediatico che costantemente ci bombarda.
Qualcosa però che afferisce alla mia sensibilità immediata vorrei dirla: non generalizziamo e non facciamo la caccia ai mostri.
Questo per alcuni motivi base:

  • Chi ha poi avvertito la polizia e l'ha condotta dall'assassino era una ragazza rumena;

  • Quest'oggi, giorno dei funerali di Giovanna, a Bucarest si è tenuta una cerimonia a lei dedicata, con diretta del funerale e contestuale innalzamento di un muro con scritte e dediche a sua memoria: segno che c'è un riscatto antropologico che vuole partire dal basso, da quel basso che chiede di non essere identificato con la gentaglia;

  • La popolazione rumena è un insieme di molte etnie, ognuna totalmente diversa dall'altra, e ognuna con un carattere e una modalità di relazionarsi con la gente differente;

  • Nonostante la Romania sia effettivamente un paese UE da qualche mese, restano sicuramente differenze storico-culturali che debbono ancora essere colmate dalla popolazione incriminata. Il ricordo dittatoriale è ancora giovane, così come la disperazione e la fame a cui sono stati lasciati per anni;

  • Chi colpisce con le ronde si mette allo stesso piano degli assassini ma si macchia di un delitto, inscrivibile a livello giudiziario, di imbecillità umana: non si risponde con la violenza alla violenza;

  • La cultura rumena, o Rom, è una delle più antiche e affascinanti. Per un coglione non si possono distruggere millenni di storia.

Chi vi parla è favorevole ad un'immigrazione, controllata e degna di uno stato civile; aborra la Bossi-Fini così come i diversi CPT e comprende, allo stesso tempo, quanto sia complesso e oneroso per lo stato sociale poter dare assistenza e alloggio a tutti quelli, realmente figli di nessuno, che chiedono solo il permesso di una seconda vita (perché altrove rischierebbero di perdere anche la prima) in questo paese, sempre più indirizzato allo sfacelo, ringraziando i nostri politici dal 1948 a questa parte.

Concludo con una canzone, di Francesco De Gregori, chiamata appunto Due Zingari:












Ecco stasera mi piace così
con queste stelle appiccicate al cielo
la lama del coltello nascosta nello stivale
e il tuo sorriso trentadue perle
così disse il ragazzo nella mia vita non ho mai avuto fame
e non ricordo sete di acqua o di vino
ho sempre corso libero, felice come un cane.
Tra la campagna e la periferia e chissà da dove venivano i miei
dalla Sicilia o dall'Ungheria
avevano occhi veloci come il vento leggevano la musica
leggevano la musica nel firmamento

Rispose la ragazza ho tredici anni
trentadue perle nella notte
e se potessi ti sposerei per avere dei figli
con le scarpe rotte
girerebbero questa ed altre città
questa ed altre città a costruire giostre e a vagabondare
ma adesso è tardi anche per chiaccherare.

E due zingari stavano appoggiati alla notte
forse mano nella mano e si tenevano negli occhi
aspettavano il sole del giorno dopo
senza guardare niente
sull'autostrada accanto al campo
le macchine passano velocemente
e gli autotreni mangiano chilometri
sicuramente vanno molto lontano
gli autisti si fermano e poi ripartono
dicono c'è nebbia, bisogna andare piano
si lasciano dietro un sogno metropolitano.

venerdì, novembre 02, 2007

T=VxS

Incredibile! Non sono mai arrivato così presto partendo così tardi! Forse perché la mia è l'unica scuola aperta di 2 novembre che non fa ponte? :-(