Qual è il potere delle parole? Perché possono farti star malissimo o, al contrario, portarti in estasi? Cosa fa differire un "ti amo" da "questa storia prima o poi finirà"? Solo un fattore numerico, di combinazioni alfabetiche possibili o c'è altro? Quest'altro è in noi o fuori di noi? Sono sensazioni o stati d'animo a cui noi con difficoltà vi cerchiamo giustificazioni di facciata, così da non soffrire più di tanto? Appartiene all'uomo il potere di governarsi o è la sofferenza rappresenta l'unico scorcio di umanità nel grande sogno di Dio in cui noi viviamo ignari?
Se il mondo è parola parliamo onesti e semplicemente chiediamo alla grammatica della vita di risparmiarci la sofferenza dell'errore
domenica, giugno 25, 2006
paroliamo
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1 commento:
La tua riflessione è molto bella e molto poco banale...soltanto non credo moto nel finale ottimista: è davvero possibile parlare onestamente? Anche senza mettere in gioco l'onnipresente psicoanalisi...siamo davvero in grado di governare le nostre parole e le emozioni che esse veicolano? E alla vita è davvero sottesa una grammatica che renda comprensibile il suo linguaggio per l'uomo?
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