martedì, marzo 14, 2006

Risate faccia a faccia


Doveva arrivare questo giorno, dies illa come diceva Tommaso da Celano nel suo dies irae.
Ecco quindi Berlusconi e Prodi fronteggiarsi in un sobrio studio, molto piacevole come sceneggiatura e tecnologico nelle interfacce video.
Il premier (attuale e, spero, non futuro) sfora subito i tempi, si dimostra nervoso e già dal terzo intervento inizia a elencare tutti i fantasmi dei governi precedenti.
È un berlusconi molto debole, altamente attaccato ai numeri, contraddittorio, offensivo nei confronti del suo interlocutore e delle donne italiane, relegate nel suo stereotipo maschile come brave casalinghe e quindi da non impegnare nel mondo politico. Attacca continuamente il prof. Prodi (sig. Prodi all'inizio) accusandolo di falsità... ovviamente né dimostrabili né esistenti de facto.
Prodi dal canto suo si dimostra calmo e preparato. Sfugge talvolta a questioni pratiche in senso stretto ma argomenta, ironizza verso il premier e mantiene salde le regole a tavola, compreso il rispetto reciproco che legge scritta non è.
Mimum è poco efficace e non blocca seriamente chi sfora (Berlusconi).

Piccolo discorso a parte meritano i due giornalisti. Il direttore de Il Messaggero, Napolitano, appare calmo, competente e domanda su questioni serie con l'abilità propria di un valido giornalista. Sorgi, al contrario, appare impacciato, quasi imbarazzato. Editorialista de Il Giornale, non si dimostra all'altezza del suo compito.

Rispetto di una rappresentanza elettorale e concertazione, anche tra le diverse legislature, sono le tematiche forti di Prodi che condisce i propri discorsi con riferimenti di dialogo per la TAV e di rottura ma non di abrogazione per la riforma Moratti. Pregevole la sua enfasi sul ridare motivazione e valore sociale agli insegnanti. Vorrei vedere attuato questo auspicio.
Rancore, mancanza di rispetto per i tempi, conati di numeri che vengono vomitati in ogni dove, pericolo comunista: la retorica berlusconiana di manifesta continuamente anche nei pochi secondi di discorso a lui concessi.

Noioso come pochi altri ma, presumo, a vantaggio di Prodi, questo dibattito si avvicina alla sua agognata conlusione.
Buona e piacevolmente curiosa la domanda di Sorgi. Se l'America bombardasse l'Iran verrebbero date le basi all'amico Bush? Berlusconi annaspa prima di iniziare paventando un misunderstanding e conlude rispondendo che l'Iran non arriverebbe a tanto. Prodi si compre le spalle mettendo avanti l'ONU a qualsiasi scelta unilaterale del suo governo auspicando anche lui la ragionevolezza dell'Iran.

Parentesi psicologica.
Berlusconi utilizza un rinforzo meta verbale che consiste nel massiccio uso della sua penna con la quale disegna quadrati, barre e pone numeri sui pochi fogli bianchi a disposizione. Ogni volta che la sinistra viene nominata, il comportamento è di scrivere dei messaggi, metterli in quadrato e barrarli. Efficace a livello subliminare per chi ingenuamente si affaccia alla televisione.

Conlusioni finali:
Berlusconi: Colpa delle forti regole se lui non ha potuto spiegare per bene il suo programma. Colpa delle regole e delle leggi bavaglio sul Centro Sinistra.
Il 9 Aprile la scelta, a suo avviso, sarà tra due ruoli diversi sullo stato e sulla società. La CdL è per lo stato leggero, a basso costo senza mettere le amni sui cittadini. A sinistra, la riverniciata sinistra è statalista nell'osso, arretrata nella mentalità e colpevole di avere personaggi vecchi. Nella sinistra vi è pure clientelismo.
Povero bambino, non ha potuto finire in 3 minuti di dire qualcosa sul futuro.
Prodi: Messaggio ai giovani sulla giustizia e l'equità. Tutti mobilitati e coinvolti per scuola, lavoro e precariato; per legilazioni e governi basati sulla solidarietà e in ottica del futuro; Si parla nuovamente della giustizia distributiva e della difesa dei più deboli; critiche alla pesantezza dello stato causata dalla CdL; nuovo messaggio ai giovani, apprezzabile.
Il messaggio è: un'Italia nuova.

Concludo dicendo che Prodi mi è piaciuto. Talvolta leggero e impreciso ma convincente, molto positivo e decisivo.

Consiglio per il prossimo incontro: basta numeri, parlate di cose che alla gente interessano veramente come la scuola, solo citata, la famiglia, stereotipata, e il lavoro, solamentente maltrattato e usato a baratto elettorale.

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