giovedì, ottobre 14, 2004

Libertà di pensiero?

Il mio blog, da come si intuisce dal titolo, inneggia al cartesiano motto in cui il pensiero è garante della nostra esistenza.
Spesso, e ancor di più in questi ultimi anni, il nostro poter pensare liberamente è messo sotto stretta protezione da interventi filo-governativi che, come censure, si pongono tra l'orgine corticale dell'idea e la sua produzione orale o scritta.
Ad esempio, il giornale di (contro)informazione, Indymedia è stato soggetto ad un violento provvedimento giudiziario che ha portato a requisire gli hard-disk dei server ospitanti le pagine in questione. Il reato, sconosciuto al momento, sembrerebbe riconducibile ad un intervento o articolo di cui i responsabili Indymedia c'entrano poco.
Ancora oscura questa vicenda?
Vi riporto un parallelismo molto acuto che l'ormai ben noto Paolo Attivissimo, nel suo blog pone alla nostra attenzione. Si fonda sulla denuncia nei confronti di Pino Scaccia, noto giornalista rai, perchè un utente anonimo, nel suo blog, ha violato la privacy di un minore.
Riporta proprio il giornalista:
Non ho sottomano l'esposto ma in sostanza l'accusa e' di aver violato i diritti di una minore. La tribu' conosce con quanta attenzione e quanto affetto e quanta cautela io abbia sempre affrontato questo tema. Il blog e' sempre stato pieno dei loro occhi, cercando la speranza anche in situazioni drammatiche come spesso mi capita di incontrare. Adesso devo difendermi.

Già, bisogna difendersi. Chi ha un blog può vedere e non vedere commenti e soprattutto non può essere indicato come il responsabile del pensiero di un utente, poichè è solo responsabile, oltre che dei suoi blog, di aver consentito l'esistenza di un forum di discussione. Tutto qua.
Il problema è che si vuole, probabilmente, arrivare ad altro. Quest'altro si chiama coscienza collettiva.
E' pericolosa la coscienza collettiva, perchè è l'unica che può coinvolgere le masse e porsi come base per una rivoluzione, per quanto culturale essa sia.
Significa partecipazione comune alla storia ("La storia siamo noi, nessuna si senta escluso" F. De Gregori, La Storia, 1985), che avanza senza dubbi di natura etica, e che diventa passato condiviso in poco tempo.
Dovremmo ripassare queste lezioni di ermeneutica storica per porvi rimedio prima che esse si ritorcano contro di noi.
Hasta la memoria, siempre!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Uhmmm...io l'ermeneutica storica non me la ripasso sennò poi ti faccio ripassare la lipschitzianità delle funzioni in due variabili!!! Comunque...grande Ama!
Bye bye by Vale