giovedì, marzo 27, 2008

Un respiro di sollievo

Quando uno fa certi quiz, certi indovinelli o certi test non sa mai quello che può uscire.
Soprattutto quando questi test riguardano posizioni serie, ufficiali che uno tra amici vanta sempre, come le diverse appartenenze politiche, ad esempio. Che figura si farebbe a dire: "io voto di qua, sempre più di qua" e poi trovarsi, sulla base di questo test, a riconoscere che invece, sotto sotto, le tue preferenze ti spingono ad essere di "là"?
Per fortuna, e c'è voluta tutta la coerenza e la provvidenza, che intenzionalità, espressione e valutazione politica in me tendenzialmente coincidono e non c'è nessun ma anche garantista da introdurre per salvare capra e cavoli.

Il mio profilo politico è quindi il seguente:

Nulla di nuovo sotto il sole, quindi. Permane la mia scarsa vicinanza con quegli altri lì nonché, anzi, ma anche (lo sapevo che prima o poi ci cascavo...) un po' di diffidenza con l'ala simil-aternativa-deficitaria della L finale. Il buon Di Pietro mi è vicino ma ancora non mi convince come possibilità di voto. Vicine per affinità ma non certo per eticità politica restano le tante, frammentate sinistre. Stanno bene lì.

Detto questo, passo al link del servizio, tramite banner, così vi cimentate anche voi e mi fare sapere via commento, che ne dite?

Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?



Saluti pre-elettorali!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Certo che con tutte queste sigle non ci si capisce nulla ;)...ecco il mio profilo di "affinità di partito" in ordine decrescente:di pietro e i socialisti ai primi posti,poi a pari merito PBC,SA,PCdl,Sc e PD..e i più lontani destra,lega,pdl e udc...lascio a te l'interpretazione..io non mi cimento!!!!

GreatGig ha detto...

La mia collocazione è tutta a sinistra, come ti ho anticipato.
Non tento certo di convincerti, ma contesto una tua affermazione in questo post.
Mai come questa volta, le sinistre non sono affatto divise: c'è un unico soggetto della sinistra che ha la forza di essere rappresentato nelle istituzioni e nella società di questo Paese.

Gli altri (ammetto, numerosi) soggetti a sinistra dell'Arcobaleno sono presenze del tutto testimoniali (e prive di rappresentanza nella società, aggiungo) per loro stessa ammissione: la campagna elettorale sta concedendo loro una visibilità che altrimenti gli sarebbe assolutamente preclusa.

Votare Sinistra Arcobaleno anche non condividendone (per esempio) del tutto o in parte il programma di alternativa politica, sociale ed economica, significa, per gli elettori DAVVERO democratici e progressisti, evitare che in questo Paese venga messa la sordina alla democrazia dallo strapotere mediatico ed economico dei due partitoni fratelli. E che venga espunta, mediante una legge elettorale truffaldina, la presenza della sinistra sociale in Italia, l'unica che si candidi ancora a difendere prioritariamente gli interessi del lavoro e ad essere permeabile, attraversata dalle lotte sociali, dai movimenti, dalla società civile di sinistra, che è (per fortuna) storia e tradizione positiva del Paese.

Marco ha detto...

@laura: profilo democratico (non nel senso del partito) e left-oriented; simile al mio direi, salvo che per la vicinanza dei socialisti.
@greatgig: continuiamo qua tanti discorsi fatti in chat ;) Sai bene che anche per me il voto a sinistra, oltre ad essere utile e importante, sta assumendo anche connotazioni di necessarietà. Non mi piace chi sta in gioco però, come non mi piace cosa spesso viene detto (rancori di un mondo del lavoro non più esistente nelle forme del conflitto sociale degli anni '70, risoluzioni ambientaliste di ripiego e non programmatiche alla tedesca, preferenza dell'aspetto antagonista sempre e comunque piuttosto che mediatore e garantista anche di forme nuove del mondo sociale, come le ali dell'industria o di un rivisto capitalismo)...
Non critico né demonizzo (come potrei?) il voto a sinistra. Non lo reputo al momento né efficace (contro questo tipo di destra, da cui il qualunquismo imperante non si vuole muovere) né rappresentativo di una reale svolta sociale.
PD? Mi tappo il naso....
IdV? Forse una narice la terrò scoperta...
;)

GreatGig ha detto...

Proseguiamo un altro po' la discussione :-)

Con franchezza: dire che la SA oggi, come nei due anni passati, privilegi il lato "antagonista sempre e comunque" alle pratiche di mediazione (anche al ribasso, troppo spesso) in ambito politico, mi pare un refuso da eccesso di letture di Repubblica :-D
(E detto tra noi, secondo me uno degli errori della sinistra di governo in questi 2 anni è l'aver dato poco ascolto e supporto a battaglie di movimento come la No Tav, la no Dal Molin, il movimento per la pace, quello contro gli inceneritori...)

Anche parlare di rancori di un conflitto sociale che si vorrebbe da anni '70, con la crescita 0, i salari senza valore d'acquisto, la precarietà dilagante per 4.5 milioni di giovani e meno giovani, 1000 morti sul lavoro all'anno eccetera eccetera eccetera, mi pare sinceramente solo un attacco alla sinistra che non tiene conto della grave situazione reale del Paese.
Che i lavoratori non abbiano una seria coscienza di quello che succede e magari votino Pdl è un problema che dovrebbe interrogare
tutte le coscienze democratiche, non spingerle a dire che tanto gli interessi di lavoratori e imprenditori coincidono, per esempio.

Anche l'ambientalismo e l'ecologismo sono oggetto di feroce campagna mediatica, e dipinti come anti moderni, come fenomeni di Nimby, coem incompatibili con lo sviluppo economico etc etc
Ma tu sei un lettore di Grillo molto più assiduo di me, e sai che le proposte avanzate in questi anni anche dalla sinistra sono tutt'altro che di ripiego.

Ma l'ultimo tuo appunto racchiude il nocciolo della questione. Il "capitalismo rivisto", la terza via, la stella polare della "sinistra" moderata dalla metà degli anni '90 in poi. Blair, Clinton, Prodi. Credo che 10 anni di politiche del genere ne abbiano sancito definitivamente il fallimento. E la crisi economica che viene dagli Usa costringe gli Stati e le banche nazionali ad aiuti che fanno impallidire Keynes e i socialdemocratici norvegesi.
Il capitalismo sostenibile è descritto in un libro, fra Cappuccetto Rosso e Biancaneve, all'incirca :-D
Il punto è proprio tenere in vita un soggetto che mantenga aperto l'orizzonte della trasformazione di questo modello economico e sociale.

Postilla finale, l'Italia dei Valori. Tanto valori che vi si è abdicato per sottoscrivere un programma di un altro partito, dentro al quale si confluirà per avere la sola certezza di eleggere dei parlamentari.
L'Idv, sì, proprio quel partito che ha affossato la commissione d'inchiesta sul G8 e che ha votato contro la redistribuzione del tesoretto. Proprio loro. Quelli che (a proposito de "non mi piace chi corre") hanno eletto tale De Gregorio. Di Pietro, proprio quel ministro favorevole al Tav, al Mose, al Ponte sullo Stretto. Proprio lui.

Buona scelta ;-)

Marco ha detto...

Macché Repubblica, sai bene che leggo altro e più a sinistra. Quel di più a sinistra che consente di essere forse autonomi e meno parlamentari (non nel senso di extra) possibili.
Un manifesto programmatico che però, questi della sinistra, mi portano in maniera confusa, divisa e assolutamente incoerente.
La battuta del tapparmi le narici riguarda la coerenza pure nelle fila del PD. Non è l'incoscienza che mi potrebbe portare a votare loro, quanto forse scongiurare quella destra che, noi divisi nella sinistra, idealisticamente pensiamo ancora non possa vincere.
Stiamo messi male, lo sai bene pure te, e quelle rivendicazioni che ci sono state (lavoro, ambiente) e che è vero essere state forse le uniche, si sono però perse in un qualunquismo (causa mediatica?) di opinioni e contrasti ancora interni a quella coalizione che doveva governare un paese.
Il servilismo alle poltrone e la necessità di ottenere percentuali hanno provocato poi gli effetti che conosciamo bene.
Riguardo la "terza via", la ritengo ancora una possibile opzione non ancora pienamente affrontata. Questo perché l'unica terza via possibile è, dialetticamente, vincolata alle altre vie, ovvero all'idea di uno sviluppo capitalistico, purché (eco) sostenibile a livello sociale. Non mi spaventa l'industria se porta vantaggi: mi spaventa il cieco liberismo imprenditoriale; non mi spaventa la privatizzazione di qualche bene: temo che non vi sia nulla più di libero; non mi spaventa l'efficienza: mi spaventano persone incapaci a comando di questi settori.
Insomma.. la terza via è possibile solo se si recuperano paradigmi di una sinistra intelligente e non, perdonami ma resta così, antagonista.
Poi certo, la teoria ha da scontrarsi sempre con il puro fatto della scheda elettorale, nel porcellum che ci troviamo, e rinnovo il mio tappare il naso.
Buona scelta anche a te ;)

PS: forse farò un nuovo post, ci riaggiorneremo!